• Madonna con bambino ...

  • Scultura di Leonardo da Vinci ?

  • Ipotesi, tesi e sviluppo ...

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Oggetto

Altorilievo scolpito in un monoblocco di pietra bianca con intarsi di marmo rosa







Ipotesi

Originale manufatto realizzato dalla mano di Leonardo da Vinci









































Leonardo scultore ?
Ipotesi, tesi e sviluppo ...

Tesi

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Scritti attribuiti a Leonardo

1.- Dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Galleria degli Uffizi di Firenze con penna ad inchiostro su carta 20,2 x 26,6 ..... nell' autunno del 1478 "j chomincjai le 2 V rgine Marie ....e chopa j pisstoja ... "( n. 446 Uffizi di Firenze ).

E' noto che il Verrocchio spostò il suo laboratorio a Pistoia nel 1477 / 78 dove il suo pupillo Lorenzo di Credi portò a conclusione una commissione di scultura ( T. Cook, cap. V ).

2.- Dichiarazione dello stesso Leonardo conferma che nella bottega del Verrocchio acquistò dimistichezza nello scolpire in pietra, e nel trattato della Pittura ( foglio 34  di essersi adoperato " non meno in scultura che in pittura, ed esercitando l' una e l' altra in medesimo grado " , ed ancora ..... " Chi dunque vuole imparare... , si eserciti in ritrarre figure di rilievo, di marmo o di sasso, ovvero di quelle di gesso .... ". ( Dalla Pittura ).

Scritti a posteriori

Partendo dal libro sul Verrocchio del 1904 pp. 123 Maud Crutwell attribuisce l' immagine C4 alla mano di Francesco di Simone Ferrucci confrontando l' intonaco di Parigi di forma rettangolare ( dim. : 59,6 x 84 ) con lo stile verrocchiesco come fece successivamente anche il Passavant aggiungendo però l' uso dello stesso calco per almeno una seconda identica replica in stucco ( C5 di dim. : 60,3 x 84 ) rettangolare anch' esso, che John Pope-Hennessy in Revue de l' Art 80, 1988, pp. 15 - 25 concordava riconfermandoli ambedue allo stile del Verrocchio da un prototipo andato perduto ( ma non rettangolare, come vedremo ).

Non la pensava così Sir Teodore Cook, in due suoi libri del 1919 e 1923, che furono oggetto di profonda analisi dalla commissione Vinciana presieduta dal celebre Adolfo Venturi, che attribuiva lo stucco in gesso detto di Parigi ( C4 ) alla mano di Leonardo da Vinci, sostenendo con evidenti difficoltà, che esso era "una scultura", detta anche Madonna Signa dal nome della località fuori Firenze dove Mr. Dibble l' aveva acquistata nel 1897 dagli allora proprietari presso un palazzo nobiliare che era stato della famiglia Albizzi a Villa Sant' Ilario vicino a Lastra a Signa nel fiorentino. Una sua fotografia fu presentata per la prima volta su Field il 29.11.1913 che la dichiarava opera di Leonardo.

Affermava il Cook che l' imminente matrimonio della figlia Giovanna Albizzi con Lorenzo Tornabuoni aveva spinto la madre della bellissima Giovanna ad acquistare presso la bottega del Verrocchio la Sacra Immagine scolpita per porla visibile all' esterno della finestra della giovane quand' ella si svegliava.

The Signa Madonna, an essay in comparision by Sir Theodore Cook, printed by the Field Press LTD, Windsor House, LONDON dicember 1919.

Leonardo da Vinci Sculptor, LONDON Arthur L. Humphreys 1923.

Sviluppo

Immagine fotografica catalogata del quadro “La Vergine Benois” nel Museo Ermitage di San Pietroburgo.

La Vergine Benois dell’ Ermitage fu definitivamente attribuita a Leonardo nel 1909 e riconosciuta per una delle due Vergine Marie iniziate nel 1478; era un olio su tavola, trasportato su tela misura 31 x 48; questo avveniva prima quindi che Sir Theodore Andrea Cook “battezzasse” la sua Madonna col Bambino (C.4) come una delle due opere dello scritto degli Uffizi di Firenze. Stranamente lo scrittore inglese non fa menzione dell’avvenuto riconoscimento della pittura di San Pietroburgo ! Evidentemente non ne era informato, altrimenti le avrebbe messe a confronto e ne sarebbe scaturito una più che sorprendente “specchiale” somiglianza.

Immagine fotografica catalogata dell’incisione su carta colorata di testa Femminile presso il Museo del Luovre di Parigi, inv. 18965.

Già catalogata al Louvre tra gli anonimi tedeschi del XVI secolo, questa incisione su carta colorata con punta metallica, penna e inchiostri nero e grigio, a quarellature grigie, lumeggiature, carta preparata in rosso arancio 268x223 mm, medaglione di pietra e perle al collo, che il Suida nel 1929 attribuisce a Leonardo, attualmente condivisa da Gigetta Dalli Regoli che aggiunge che è difficile dire se lo studio del Luovre spetti ad Andrea o a Leonardo, ma che a suo parere esso è collegato strettamente ad altri disegni del secondo, e soprattutto alla celebre Testa Divina del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (inv. 428E), sicuro autografo vinciano. Va possibilmente scorporato il velo appuntato alle tempie e che scende sulla fronte, aggiunto successivamente alla prima stesura.

Immagine fotografica catalogata in punta metallica, penna, acquarello, biacca su carta bianca dim. 281 x 199 (inv. 428 E) presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi di Firenze, Testa Divina.

Simile alla precedente, con il volto maggiormente inclinato verso destra e verso il basso ma pur sempre con gli occhi e le palpebre abbassate guardanti verso terra, i lunghi capelli raccolti sulla nuca ed in parte disciolti, e con il medaglione con pietra e perle sulla fronte anziché al collo, viene unanimemente attribuita a Leonardo da Vinci.

Immagine fotografica inedita di scultura veneta settecentesca raffigurante Madonna col Bambino in un monoblocco di granito rosa.

Inedita scultura proveniente dal mercato dell’antiquariato di dim. 60 x 91 cm lateralmente aggiunge delle “alette” quale parte integrante del monoblocco sicuramente atte a “murare” la scultura sia a destra che a sinistra. Possiamo facilmente immaginare che chi copiò , perché di copia si tratta, supponeva che l’originale copiato, e quindi murato, avesse anch’esso dei fermi di fissaggio che invece non aveva. L’aspetto si direbbe di stile settecentesco, veneto, infiorato ed addolcito pur conservando una perfetta similitudine e nell’aspetto religioso, e di contorno architettonico , salvo nel frontale. Punto di riferimento visivo, ma anche storico, esso rappresenta la volontà del committente, di incaricare l’artista scultore a recarsi a cospetto del riconosciuto capolavoro originale per trarne ispirazione e personalizzazione per una replica di richiamo e nel sommo riconoscimento dell’insuperabile Maestro. Ricerche iniziali, ma che attenderanno approfondimenti e studi, portano a collocare quest’opera nella metà del settecento, quando a Padova era Cardinal-presbitero, nominato da papa Clemente XII nel 1737, Carlo della Torre Rezzonico. Nel 1758 il Cardinal Rezzonico divenne Papa Clemente XIII. Ma il suo casato, proveniente da Venezia, e prima ancora dalla Lombardia, possedeva, lungo l’argine dell’Adige nel comune di Sant’Urbano nel padovano, una dimora estiva detta Villa Rezzonico. Ed era proprio in tale palazzo che si conservava quest’opera scultorea, copia anch’essa come i precedenti calchi C.4 e C.5.

Immagine fotografica catalogata dello stucco presso l’Allen Memorial Art Museum di Oberlin College /Ohio.

Già sufficientemente considerati come calchi o copie, possono comunque essere confrontati con la sopra citata Testa femminile (C.2) riscontrandone una assoluta somiglianza nei lineamenti regolari, inclinazione del viso, palpebre abbassate, capigliatura ondulata.

Immagine fotografica catalogata della Madonna col Bambino in “ intonaco con gesso detto anche intonaco di Parigi” già ad Oxford presso l’Ashmolean Museum poi Mr.G.B. Dibble, ora a Londra.

Si nota la curiosa presenza di un uccellino sulla mano destra del Bambino, non presente negli altri confronti, e contemporaneamente l’assenza dell’aureola della Madonna come nella successiva.

Immagine fotografica inedita di una scultura in pietra come da oggetto.

Splendida, nella sua forma a pala come la Vergine Benois, misura 60 x 97 cm; evidenzia linee classiche del cinquecento rinascimentale toscano (v. Orsanmichele Firenze). Rilievo impreziosito da intarsi di marmo, con lievi danneggiamenti sul volto della Vergine ma che nella purezza della Sua mano sinistra “viva” dichiara maestria insuperabile. Considerando i vari ed incrociati confronti, in un susseguirsi di “sfide” sul tema religioso della Madonna col Bambino eseguiti in vario modo dalle mani dei più grandi artisti nel breve ma intenso fine quattrocento fiorentino, non può sembrare affatto rischioso supporre che oltre al dipinto, anche una scultura poi successivamente “calcata” avesse sfidato il maestro Verrocchio, il Della Robbia e molti altri rimanendo testata d’angolo alla quale far riferimento fino al diciottesimo secolo per poi svanire in un oblio, forse finito. Potremmo quindi immaginare che :
a.- nel… bre del 1478 iniziai due Vergine Marie
b.- ero giovane e volevo conoscere ed esperimentarmi in tutto; così pensai di far nascere in contemporaneità d’intenti due espressioni artistiche sorelle, la pittura e la scultura. Ebbi necessità di un bozzetto, e quindi incisi su carta colorata il volto della Madonna, per come l’avrei scolpito. A me erano sempre piaciuti i colori, e per questo in seguito adornai il bianco sasso con intarsi di marmo rosato.
c.- la pietra, umile e antica, fu dura assai ma con lo stiacciato levigai le ombre pur preferendone alla fine il più morbido e libero pennello.
d.- la sezione aurea mi aiutò a scegliere le misure, metà le une alle altre.
e.- nel dipinto, forse per divertirmi nell’enigma, aggiunsi luce dal retro con una bifora parlante, per dire che nella stessa luminosità di fede , come da mani in preghiera che si aprono, uscivano una destra e l’altra sinistra, sorridenti o solenni, Madonna col Bambino delle Aureole.
f.- non ricordo più, ma penso di averle lasciate incomplete e che Lorenzo e Francesco le finissero : dovevo partire da Firenze. Furono fatti stucchi ma non a forma di pala e tanto meno con l’Aureola Materna.

D. Le firmai, con l’abituale medaglione di pietra e perle al collo.

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Gallery

Dove ?

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Cappella Monastero Totus Tuus delle Clarisse

P.zza Sant' Antonio - Gorizia ( GO ) - Italy

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